I fatti ne hanno dato conferma fino ad oggi! Di Sr M.

Alla santa superiora, preoccupata per la sorte del monastero, apparve la Vergine Immacolata che la rassicurò dicendole che il monastero non sarebbe mai stato distrutto e malgrado le vicissitudini, esso sarebbe restato sempre in vita. Serafina del Paradiso, essa rivestì l’ufficio di Superiora e Maestra per quasi tutto il tempo che visse, portò alla ridotta comunità un nuova fioritura, col suo zelo ardente attirò nel monastero 22 educande ed ebbe la gioia di vedere molte di esse (14) religiose professe, di vita esemplarissima. Nell’anno 1805 entrò nel Monastero una nobile giovanetta di Amalfi, Giuseppa Gambardella. Redentore: uno degli ultimi Ordini femminili riconosciuti dalla Santa Sede. La provvidenza al contrario si servì di quell’angolo di terra per far germogliare, dopo l’esperienza visitandina, l’Ordine claustrale del SS. Il reverendo Don Lorenzo della Mura, nel lontano 1633, donando i suoi beni patrimoniali pensava appena ad una istituzione municipale, idonea per una cerchia ristretta di fanciulle scalesi. La statua che venne esposta solennemente nella chiesa del monastero nel giugno 1890, è tuttora venerata nell’atrio della Chiesa. Le Benedettine portarono con sé vari scritti che vennero trasportati all’archivio delle redentoriste e anche molta della sacra suppellettile della loro chiesa e tra cui la statua miracolosa della Madonna del Rosario (sono ancora visibili i segni del miracolo dei fulmini che attirò nei suoi occhi a salvezza del monastero delle Benedettine). Cataldo in Scala il quale anche a causa della estrema povertà e ristrettezza, fu costretto a chiudere. Il nostro Monastero, scampato dalle Leggi Eversive poté accogliere il 7 settembre 1811, le rimanenti religiose del Monastero delle Benedettine di S.

Alfonso per fondare un monastero nella città episcopale di Sant’Agata dei Goti (Bn). Da Scala partirono le prime monache su invito di S.

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